Archivio Storico Scandriglia

Inventario dell’Archivio storico del comune di Scandriglia, compilato nel 1996 dall’Istituto di Studi Sabini, a cura di Pierluigi Fiocchi


Descrizione

La prima menzione della località di Scandriglia risale al 764, anno in cui Lupo azionario cedette all'abbazia di Farfa la terza parte di un castello posto "in scandrilliano" (R. F., doc. 63).
In altri documenti farfensi dei secoli VIII, IX e X la zona è registrata talvolta come "fundus", talaltra come "locus" e ciò, secondo il Touberti, fa pensare ad un tipico paesaggio della colonizzazione agraria: un territorio caratterizzato da "casae coloniciae" sparpagliate ( R. F., docc. 119, 159, 300, 404).
Solo in un atto di donazione del 1023 fra i beni ceduti da Sigizone al monastero di Farfa è registrata la "pertinentia de Scandrilia" (R. F., doc. 551), primo indizio di un abitato raggruppato.
Ma la prima notizia certa del castello risale al 1083 quando il conte Teudino donò a Farfa la metà del "castellum de Scandrilia". Un'altra quota del castello, insieme con la chiesa di S. Salvatore, fu donata l'anno successivo da Erveo, figlio di Teudino (R. F. docc. 1083, 1085). Il castello è ancora registrato fra i possedimenti farfensi nei diplomi di Enrico IV (1084) e nella bolla di Urbano IV (1262).
Sullo scorcio del XIII secolo Scandriglia fu concessa in enfiteusi "ad tertiam legitimam generationem masculinam" a Petrus Scandriliae e a Gregorius de Thosettis, poi, all'inizio del XIV secolo parte del suo territorio e della rocca furono dati in feudi da Bonifacio VIII a Giovanni Buccamazi, vescovo di Tuscolo.
Nel 1337 Scandriglia fu oggettto di una dura contesa fra i Savelli e gli Orsini. Prevalsero questi ultimi che, grazie anche all'appoggio dell'abate di Farfa, il 17 gennaio 1338 "intrant in castra monasteri farfensi Scandrilae et Petrae".
Nel 1410 fu concessa in enfiteusi dall'antipapa Giovanni XXIII a Francesco Orsini, per il censo annuo di dieci libbre di cera da corrispondere all'abbazia di Farfa in occasione della festa dell'Assunta.
Dopo vari tentativi non riusciti di impadronirsi definitivamente del castello, gli Orsini si fecero confermare l'enfiteusi da Nicolò V nel 1453 e dall'abate di Farfa nel 1565.
Gli Orsini, i cui rapporti con Farfa furono per lo più improntati all'ostilità, amministrarono la giustizia penale e civile, edificarono chiese ed edifici pubblici, favorirono la fondazione del monastero francescano di S. Nicola ed infine concessero, nel 1560, alla comunità di Scandriglia gli statuti che constavano di 184 capitoli.
Estintosi il ramo degli Orsini, Scandriglia passò, nel 1639, in diretto possesso della Camera Apostolica, senza che tuttavia cessassero le liti fra la comunità e l'abbazia di Farfa per questioni di jus pascendi et lignandi in località di Montependente dove sorgeva il monastero di S. Salvatore dipendente da Farfa.
Gli statuti furono aggiornati nel 1789 per quanto concerneva i danni causati dagli animali e dagli uomini alle coltivazioni, e ancora nel 1856 per quanto concerneva il diritto di pascolo e di legnatico.
Intorno agli anni settanta si diffuse a Scandriglia il movimento lazzarettista e nell'immediato primo dopoguerra il malcontento per il caro viveri determinò lo scoppio di una rivolta popolare e l'avvento dei socialisti al comune.
Nel 1914 fu istituita l'università agraria e l'anno successivo gravi danni furono provocati dal terremoto.
Agli inizi degli anni venti la popolazione toccò il suo massimo storico. Nel 1928 l'archivio subì una parziale distruzione. Nel 1968 fu sciolta l'università agraria il cui archivio si conserva in una credenza presso i locali del municipio.

L'archivio storico del comune di Scandriglia consta di 772 pezzi. Gran parte di esso era conservato, in pessime condizioni, negli scantinati dell'attuale scuola elementare. I registri più antichi e di maggiore interesse risalgono al XVI-XVII secolo, ma per lo più versano in cattivo stato a causa dell'umidità e dell'azione di parassiti e roditori.
Le note archivistiche, per una più pratica consultazione dell'inventario, sono state poste all'inizio delle più significative serie.

http://archivicomunali.lazio.beniculturali.it/ProgettoRinasco/inventarionline/html/Scandriglia.html

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